Come funziona la partita IVA in Italia: informazioni utili
Stai lavorando da tempo e quest’anno hai deciso di aprire la partita IVA? Ti sei arrangiato in mille modi fino ad ora ma adesso i guadagni aumentano, il limite di 5.000 euro della ritenuta non ti è più sufficiente e devi emettere fattura. Ti avranno spaventato dicendoti che sarà un disastro, ma non è così. Scopri quale strada intraprendere leggendo l’articolo.
Aprire partita IVA nel 2018
Chiariamo fin da subito che le cose cambiano di anno in anno. Per quello che ne sappiamo allo stato attuale le cose sono come te le stiamo per raccontare, ma prima di darle per assodate verifica sempre che non ci siano stati recentissimi aggiornamenti.
Mettersi in proprio e aprire partita IVA è un gran bel traguardo. Per non farla diventare una tragedia bisogna arrivarci preparati. La prima distinzione da fare è quella tra:
- Libero professionista
- Ditta individuale
Se la tua attività è di tipo professionale non ti interessa la seconda opzione. Probabilmente sei un consulente o un grafico. Invece se sei artigiano hai bisogno di produrre prodotti e pertanto dovrai aprire partita IVA come ditta individuale.
Un’altra distinzione da fare è rispetto alla professione specifica. Ad ogni partita IVA corrisponde un codice ATECO, ossia un numero collegato alla tua attività economica, che si trova all’interno di un lunghissimo elenco. Individuarlo è importante perché ad ogni mestiere corrispondono regimi fiscali leggermente diversi, soprattutto per quanto riguarda l’imponibile.
Diventare liberi professionisti
Sfatiamo un mito. L’apertura della partita IVA non si paga. Si può effettuare autonomamente tramite registrazione presso un ufficio delle entrate oppure telematicamente. Il modello di inizio attività da consegnare all’Agenzia delle Entrate è il modello AA9. Parallelamente a questa procedura si viene iscritti alla Gestione separata INPS, a meno che tu non stia lavorando in un settore gestito da albi professionali che gestiscono la previdenza in modo indipendente, coma vale per Ingegneri o giornalisti.
Abbiamo ribadito all’inizio del paragrafo che la partita IVA non ha costo perché spesso si sente dire di commercialisti che richiedono cifre esorbitanti per questo servizio. Informati con attenzione e richiedi un tariffario prima di farti seguire. Un conto è il servizio di gestione della fatturazione, la consulenza e la dichiarazione dei redditi, un altro la compilazione di un modulo per cui tu potresti provvedere da solo.
Regimi fiscali: regime forfettario agevolato
In Italia è tutto un po’ confuso e preparati a dosi massicce di stress nella gestione delle informazioni. Ma è così solo all’inizio, dopo poco si impara e si va in automatico. Nel nostro paese possiamo scegliere diverse modalità.
Vogliamo parlarti soprattutto del regime forfettario agevolato, perché si tratta di un regime vantaggioso per coloro che hanno aperto partita IVA ordinaria e vogliono cambiare regime fiscale. Ha un limite di reddito oltre il quale non si può fatturare, che dipende dal settore professionale, ecco uno schema:
- 30 mila euro per professionisti, artigiani e imprese;
- 50 mila euro per commercianti, alberghi e ristoranti;
- 40 mila euro per ambulanti di alimentari e bevande;
- 30 mila euro per ambulanti di altri prodotti.
Con questo regime fiscale il reddito su cui viene calcolata l’imposta è una cifra forfettaria, ossia viene calcolata solo una percentuale (che varia a seconda del codice ATECO). La percentuale dell’imposizione è al 15%. Chi prima stava al regime dei minimi può accedere al forfettario agevolato pagando il 5% d’imposta per i primi cinque anni oppure fino al 35° anno di età.
Chi invece apre una nuova partita IVA può accedere ad un regime veramente vantaggioso, l’imposta sostitutiva è fissata al 5% ma il reddito dev’essere inferiore ai 30mila euro. L’aliquota agevolata sarà calcolata solo per i primi 5 anni, al di là dell’età del soggetto, oltre i cinque anni si ripassa all’aliquota al 15%.
Il regime ordinario
Se sai già che il tuo fatturato sarà superiore non hai altra scelta se non quella di aprire partita IVA con regime ordinario, dovrai assolvere versamenti ed IVA, che ricordiamo non sono previsti da pagate nei regimi di cui abbiamo parlato sopra. Inoltre sarai tenuto a:
- tenuta dei registri contabili;
- assoggettamento agli studi di settore che, a partire dall’anno d’imposta 2018, saranno sostituiti dagli indici sintetici di affidabilità;
- imposizione fiscale ordinaria, dunque IRPEF progressiva per scaglioni;
- possibilità di assumere dei dipendenti e/o di avvalersi liberamente di collaboratori;
- nessun limite ai ricavi;
- nessun limite alle esportazioni.
Lavoro dipendente, partita IVA e INPS
Spesso ci si domanda se si può comunque avere un contratto se si ha partita IVA, la risposta è sì, a determinate condizioni. Innanzitutto puoi accedere al regime agevolato soltanto se l’anno precedente non hai assimilato redditi di lavoro dipendente o assimilato superiori ai 30 mila euro.
Per quanto riguarda l’INPS invece il contributo fisso previsto per chi è soggetto a gestione separata è il 25,72%. Come hai visto non è necessario avere una laurea in economia per comprendere come funziona una partita IVA in Italia. Sicuramente è utile parlare con un commercialista, ma è altrettanto utile parlarci con qualche informazione già appresa.