Cos’è la par condicio creditorum e in che ambito si applica

Per capire la par condicio creditorum dobbiamo addentrarci nell’ambito del diritto privato. Benvenuto, non avere paura, entra pure. Con questo articolo ti permetteremo di comprendere meglio di cosa si tratta, utilizzando parole semplici e chiare.

Par condicio creditorum: che cos’è?

creditori chirografiCon questi termini latini si intende un principio del diritto, stabilito dalla legislazione italiana e dal diritto civile, secondo il quale i creditori hanno tutti lo stesso diritto di essere soddisfatti sui beni di un debitore, ove non sussistano cause di prelazione. Ricordiamo che il diritto di prelazione specifica proprio quali siano i soggetti avvantaggiati a parità di condizioni.
Tutti hanno lo stesso trattamento, questo specifica la par conditio creditorum. Proprio per tale motivo, al momento del fallimento nessun soggetto creditore può intraprendere azioni di tipo individuale o esecutivo. È codice civile a sancire questo diritto, all’articolo 2741, che dice espressamente:

«I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salve le cause legittime di prelazione. Sono cause legittime di prelazione i privilegi, il pegno e le ipoteche».

Anche azioni indirette, che possono avere come conseguenza il rimborso di un solo creditore, sono incluse in questo principio. Non è pertanto consentito un rimborso neanche per interposta persona, nei casi di cessione ad un creditore di crediti verso terzi vantati dal soggetto fallito. Insomma, visto che abbiamo affermato che questo articolo voleva essere chiaro, tentiamo di spiegarlo in parole povere, in soldoni, per dirlo con i termini dell’economia. Se un soggetto fallisce e deve dei soldi ad una serie di persone, e/o creditori di qualsivoglia natura, non può privilegiare uno solo di questi in nessun modo. Neanche se pensa di poter pagare il credito mettendo in mezzo un’altra persona ha cui a prestato dei soldi e che a sua volta glieli deve restituire.

Attenzione, perché questa ripartizione tiene conto dei “termini di scadenza” dei debiti. La regola della decadenza dice che il credito si considerano scaduti dopo la data di dichiarazione del fallimento, pertanto non vengono calcolati gli interessi, a meno che non si tratti di crediti sottoposti a garanzia.

Principio della par condicio creditorum

L’articolo che abbiamo citato prima, il numero 2741, suddivide i creditori in due categorie:

  • Creditori titolari
  • Creditori chirografi

La differenza tra i due è la seguente.

I primi (creditori titolari) godono di un diritto di prelazione che consente di soddisfare tale diritto prima di altri e per la totalità del credito fornito. I creditori chirografici, invece, vengono immediatamente i titolari, e di solito ricevono una proporzione e non l’intera cifra.

Il principio della par conditio creditorum ha significato molto dal punto di vista della Giurisprudenza e del diritto in generale, che hanno ricevuto una spinta innovativa grazie a questo concetto. Perché di concetto si tratta, e valido all’interno di una stessa classe che rende omogeneo il trattamento di un soggetto debitore verso i propri creditori, a meno che non venga deciso e indicato un trattamento diverso, votato all’interno dell’assemblea della stessa classe. Può accadere con quei creditori che sono subentrati precedentemente alla condizione e dichiarazione di fallimento. Ma per la maggior parte dei creditori non è così, perché se sono entrati nella procedura quanto era in corso l’attività degli organi fallimentari li vedranno soddisfatti con prededuzione.

Le due procedure si distinguono in:

  • Esecutiva singolare
  • Esecutiva fallimentare

La differenza tra le due è che nella prima l’applicazione del principio della par condicio è di tipo eventuale, ossia solo nel caso vi sia un effettivo concorso tra creditori, perché la singolare può anche essere avviata da un creditore solo, senza l’inclusione e l’intervento degli altri. In una procedura di tipo fallimentare invece le cose cambiano eccome, innanzitutto subentra un curatore fallimentare che si incarica di avvisare i soggetti creditori. A quel punto ogni singolo creditore potrà fare le sue personali valutazioni sulla convenienza o meno della sua partecipazione nella procedura di tipo fallimentare.

Abbiamo già parlato poco fa del diritto di prelazione dei creditori privilegiati o creditori titolari. I primi hanno un trattamento privilegiato e preferenziale in sede di ripartizione. Questa condotta è sancita dall’articolo 54 della legge fallimentare che ribadisce quanto segue:

i creditori garantiti da pegno, privilegio o ipoteca facciano valere il loro diritto di prelazione sul prezzo assegnato ai beni vincolati per quel che riguarda capitale, interessi e spese.

Non tutti questi concetti sono semplici da comprendere e per tale motivo esistono gli esperti del settore fallimentare, i curatori e gli avvocati o altri laureati in giurisprudenza che verificano che le procedure vengano seguite nel rispetto delle leggi. Una formazione accademica in giurisprudenza è un percorso che ti avvicina al diritto privato, pubblico e alla Legge in generale. Se ti senti richiamato da questa materia, se desideri saperne di più e studiare la disciplina in modo innovativo, dai un’occhiata ai nostri corsi di laurea on line, tutti in modalità e-learning e tutti altamente professionalizzanti.


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