Le 7 cattive abitudini degli studenti universitari (e come cambiarle)
Vuoi conoscere in anticipo le cattive abitudini degli studenti in modo da riconoscerle e correggerle prima che possano fare danni? È vero ci sono degli atteggiamenti comuni, tutti più o meno negativi, che possono compromettere lo studio. Conoscerli è il modo migliore per evitarli e concludere con successo il proprio percorso universitario, senza sprecare tempo. Qui sotto, trovi le 7 abitudini sbagliate degli studenti e una serie di suggerimenti utili per migliorare l’esperienza universitaria.
Cattive abitudini degli studenti: studiare in assenza di motivazione
Può sembrare strano ma dovresti studiare solo quando sei attento e concentrato. Sì, è vero gli esami non aspettano che tu sia motivato e pronto a immergerti nei libri. Studiare in assenza di motivazione, però, è assolutamente controproducente. Quando ti assale la noia, è molto difficile assimilare persino i concetti più semplici. Ti capiterà cioè di leggere e rileggere svogliatamente le stesse pagine. Perderai, dunque, il doppio del tempo con un conseguente aumento del senso di frustrazione.
Per essere concentrato devi essere motivato. Questo significa che lo studio è tanto più proficuo quanto maggiore è la spinta motivazionale. Come fare per migliorare la motivazione personale? Ecco a te qualche piccolo consiglio:
- fissa obiettivi realistici e realizzabili
- non essere troppo ambizioso, ma punta al raggiungimento di traguardi piccoli. Tanti micro obiettivi ti consentono di conquistare l’obiettivo macro (superare gli esami) e avvertire un appagante senso di realizzazione
- dai un significato personale allo studio legandolo a sogni, desideri e traguardi pratici
L’ultimo punto dell’elenco è molto importante perché consente di non cadere nella trappola “studio per avere un pezzo di carta”. Dovrai cioè visualizzare la motivazione reale per cui hai deciso di intraprendere un percorso universitario: studio per fare la professione dei miei sogni oppure studio per cambiare un lavoro che trovo poco appagante.
Sottovalutare le fonti di distrazione
Gli stimoli distraenti riducono la concentrazione, fondamentale per studiare bene. Il telefono, per esempio, è il dispositivo più pericoloso in assoluto. Quando inizi a studiare dovresti silenziarlo e controllare i messaggi solo nel momento in cui chiudi quaderni e libri.
La stessa cosa vale per televisione, radio, musica e familiari/colleghi. Per perdere meno tempo possibile scegli con cura dove studiare. Meglio una stanza isolata dove puoi stare tranquillo e lasciare tutte le distrazioni fuori dalla porta.
Nutrire scarsa fiducia nella pianificazione
Tra le cattivi abitudini degli studenti l’assenza di pianificazione è sicuramente la più pericolosa. Cosa succede quando non si ha un piano? Ci si riduce a studiare tutto il programma a ridosso della data dell’esame, con grande dispendio di energie e risultati inferiori a quelli ottenibili con una buona pianificazione.
Come si costruisce un programma efficace? Qui di seguito, qualche suggerimento:
- suddividi il materiale didattico giorno per giorno
- costruisci un calendario con tempi non troppo rigidi. È utilissimo prevedere un certo lasso di tempo cosiddetto degli “imprevisti”
- alterna sempre lo studio con delle pause
- fissa degli obiettivi intermedi così da coltivare la tua motivazione
Sottostimare il tempo necessario per preparare gli esami
Molti studenti incappano nel cosiddetto ottimismo cognitivo. Cosa vuole dire? Stimano a ribasso il tempo necessario per preparare un esame. Si tratta di un processo abbastanza normale, di cui spesso non ci si rende neppure conto a livello conscio. È possibile, però, aggirarlo con un piccolo stratagemma: aggiungi sempre un 30% di tempo in più rispetto a quello stimato per la preparazione dell’esame.
È importante, infatti, imparare a conoscere i tuoi ritmi di apprendimento. Un esame di diritto costituzionale non richiede lo stesso di tempo di preparazione per tutti gli studenti. Ecco perché bisogna essere molto onesti riguardo i propri tempi di assimilazione di concetti nuovi. Solo quando hai ben presente il tuo ritmo, riesci a costruire un buon programma di studio. Tra l’altro, rispettare i tempi significa anche rispettare il tuo bisogno di riposo. Se mente e corpo lanciano messaggi di stanchezza, è meglio non ignorarli ma assecondarli prendendosi una bella pausa.
Sminuire l’efficacia delle strategie di studio
Tra le cattive abitudini degli studenti c’è quella di usare all’università lo stesso metodo di studio adottato alle scuole superiori. Sarebbe bene, invece, optare per una strategia specifica. Di solito, le materie sono più vaste e approfondite e il classico binomio riassunto+ ripetizione ad alta voce potrebbe rivelarsi poco produttivo.
Le tecniche di apprendimento funzionano molto bene e sono adattabili tranquillamente a esigenze specifiche, diverse da studente a studente. Si può iniziare anche da una semplice strategia come la seguente:
- scorri velocemente il testo
- cogli le informazioni rilevanti con l’individuazione delle parole chiave
- dividi il testo in unità concettuali
- rileggi soffermandoti solo sugli argomenti di interesse (lettura analitica)
- sottolinea
- prendi appunti in maniera sintetica realizzando schemi, mappe concettuali e così via
Usare male il tempo del ripasso
Per molti ripassare significa semplicemente ripetere ad alta voce il programma d’esame. Si tratta, però, di una modalità pesante e laboriosa che non aiuta sicuramente a rendere piacevoli gli ultimi giorni prima della prova.
Il ripasso cosiddetto a pappagallo è un’altra delle cattive abitudini degli studenti. Questa fase, invece, dovrebbe essere attiva e non passiva. Serve, infatti, a capire in quali argomenti sei maggiormente preparato e in quali hai ancora delle lacune da colmare.
Sarebbe bene, quindi, organizzare un piccolo ripasso strategico calendario alla mano, dedicando più tempo agli argomenti difficili e a quelli che necessitano di maggiore approfondimento.
La cosa migliore è evitare di concentrare il ripasso solo negli ultimi giorni prima dell’esame. Al contrario, dovresti stabilire un programma che preveda un’alternanza continua tra studio e ripasso. In questo modo apprendi concetti nuovi e ripeti quelli acquisti con una giusta scansione temporale che ti aiuta a memorizzare. Un buon stratagemma per il super ripasso finale a ridosso dell’esame è studiare con un amico/collega in modo da simulare il colloquio orale.
Cattive abitudini degli studenti: non ascoltare i propri stati d’animo
Ansia e agitazione sono due emozioni abbastanza comuni quando si deve sostenere una prova importante come un esame universitario. Non vanno né sottovalutate né amplificate. La tensione, cioè, non deve diventare un motivo per rinunciare agli studi.
Non bisognerebbe neppure prendere semplicemente una pillola o una tisana, evitando così di soffermarsi a riflettere sulle causa di uno stato d’animo negativo. Fra l’altro, l’ansia non è necessariamente una nemica. Quando si acquisiscono gli strumenti per contenerla, può diventare uno stimolo in più per raggiungere i tuoi obiettivi.
La cosa migliore è imparare a riconoscere i segnali di un carico di ansia in arrivo e usare uno stratagemma per calmarti. Quando ti senti ansioso, puoi fare una pausa, concederti una passeggiata e chiamare un amico o un familiare. Non solo, ci sono tante soluzioni come la respirazione consapevole e le tecniche di rilassamento muscolare. Sono molto utili anche la meditazione e le sedute di yoga.
Si tratta di una serie di piccoli espedienti che servono a ridimensionare il momento negativo e a essere più positivi. È importante non assecondare gli stati d’animo ansiogeni che, purtroppo, inducono ad amplificare la difficoltà del percorso.
Affinché queste emozioni non abbiano un effetto depotenziante è necessario aumentare il livello di attenzione nei confronti dei propri stati d’animo. Se tendi a sottovalutarle, infatti, potrebbero sfociare in una riduzione della fiducia in te stesso. Quest’ultima conseguenza è molto pericolosa perché induce ad assumere un atteggiamento rinunciatario, a sopravalutare la difficoltà degli esami e ad approcciarsi allo studio in una modalità poco convinta che non favorisce l’apprendimento.
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