E’ arrivata l’ora solare: gli effetti sullo studio
La notte tra il 29 ed il 30 ottobre la lancetta dell’orologio si è spostata un’ora in avanti: è arrivata l’ora solare.
In Italia, infatti, come tanti altri paesi in Europa vengono effettuati due cambi d’ora all’anno. Uno a marzo, quando portiamo le lancette dell’orologio in avanti, ed entriamo nell’ora legale. L’altra a fine ottobre, quando riportiamo indietro l’orologio tornando all’ora solare.
Ma cosa accade, oltre a dormire un’ora in più la notte in cui entra l’ora solare?
Vari studi sono stati condotti sugli effetti del cambio di ora e tutti concordano nel dire che il corpo subisce gli stessi effetti del Jet-lag.
In sostanza il nostro corpo ha necessità di tempo per abituarsi ai nuovi orari.
I principali sintomi che la maggior parte delle persone avverte sono:
- calo di energie;
- stanchezza;
- sonnolenza;
- difficoltà di concentrazione;
- irritabilità e sbalzi di umore.
Ovviamente tutto questo potrebbe incidere negativamente sullo studio e le attività quotidiane.
La difficoltà di concentrazione e la sonnolenza sono i peggiori incubi di uno studente, soprattutto se questi sintomi si fanno sentire in prossimità di esami, test o scadenze di presentazioni di lavori.
Non tutti, ovviamente, avvertono alla stesso modo questi “effetti da Jet-lag” ma laddove fosse così come fare per contrastarli?
Sembra che esistano dei piccoli trucchi per ridurre al minimo i sintomi da cambio d’ora.
Ad esempio, come suggerisce il Centro Meteo Italiano, l’alimentazione potrebbe aiutarci.
Mangiare cioccolato, cacao, tè, caffè, e superalcolici la sera aumenterebbe la possibilità di dormire male e percepire sonnolenza. Invece pasta, riso, legumi, patate favorirebbero il sonno e quindi aiuterebbero a recuperare più velocemente lo sfasamento dovuto allo spostamento d’ora.
Sempre consigliati, ovviamente, tisane calde, latte caldo e camomilla prima del riposo.
Ma l’alimentazione potrebbe non essere tutto. Un altro piccolo suggerimento è quello di provare a mantenere per il tempo necessario uno stile di vita il più regolare possibile, cercando di compiere le azioni principali della giornata, come pranzo, cena e sonno sempre agli stessi orari in modo da agevolare il corpo a ritrovare una normale routine quotidiana.
E se tutto questo non fosse abbastanza? Tranquilli, dicono gli esperti, in ogni caso l’effetto insonnia e deconcentrazione è destinato a durare al massimo pochi giorni, forse una settimana per i più sensibili. Poi si torna alla normalità e al solito studio!